giovedì 26 marzo 2009

Paura per le proteine?

Quando si parla di proteine qualificandole come uno dei cosiddetti principi alimentari, occorre sempre tener presente che tutti codesti principi partecipano assieme, alla sintesi della materia cellulare: deve prevalere, cioè una visione olistica, globale, "sinfonica", in quanto tutti i nutrienti sono interdipendenti e tutti sono egualmente indispensabili. Si può essere certi che, viceversa una visione settoriale da luogo a valutazioni errate.

Per capirci: le proteine sono mal digerite in assenza di vitamine e il loro metabolismo dipende da quello dei glucidi e dei lipidi, almeno in parte. Questo ci fa pensare subito alla frutta, dove, appunto, la coesistenza ed interdipendenza dei diversi principi alimentari da luogo ad un complesso (fitocomplesso) armonioso che rappresenta, nel contempo, l'optimum anche dal punto di vista nutrizionale.

Ci dicono che ormai l’uomo si è adattato a carne e merde varie.Forse l'organismo umano, adattandosi alla alimentazione carnea, assunse le caratteristiche anatomiche e fisiologiche tipiche dei carnivori?
NO, conservò le caratteristiche del fruttariano.
Dopo milioni di anni di innaturale alimentazione carnea, le nostre unghie non si sono trasformate in artigli, il nostro intestino non si è accorciato, i nostri canini non si sono allungati trasformandosi in zanne, il nostro succo gastrico non ha aumentato la sua originale e debole acidità tipica dei fruttariani, il fegato non ha esaltato la sua capacità antitossica, ne è scomparsa l'istintiva attrazione esercitata sull'uomo in età infantile dalla frutta e neppure è scomparsa la altrettanto istintiva repulsione esercitata dalla carne sul bambino appena svezzato.
Tutti segni, questi, che l'alimentazione carnea è così estranea agli interessi nutrizionali e biologici dell'uomo che questi non riesce ad adattarvisi, pur subendo le pesanti conseguenze di un innaturale carnivorismo per lunghissimo tempo.

Il prof. Alan Walzer è giunto alla conclusione che la frutta non è soltanto il nostro cibo più importante, ma è l'unico al quale la specie umana è biologicamente adatta.Walker ha studiato lungamente le stilature ed i segni lasciati, nei reperti fossili, sui denti, dato che ogni tipo di cibo lascia sui denti segni particolari; scoprì, così, che "ogni dente esaminato, appartenente agli ominidi che vissero nell'arco di tempo che va da 12 milioni di anni fa, sino alla comparsa dell'Homo erectus, presenta le striature tipiche dei mangiatori di frutta, senza eccezione alcuna".
Istintivamente, quindi, i nostri progenitori mangiavano quello che la natura offriva loro, cioè la frutta matura, colorita, profumata, carnosa, dolce. Ed è facile immaginare che i nostri progenitori mangiassero la frutta spensieratamente, nulla sapendo sulla quantità e sulla qualità di proteine contenute nella frutta, guidati unicamente dall'istinto.

Mangiar frutta è l'espressione indiscutibile dei bisogni fisiologici nutrizionali delle nostre cellule; esso si manifesta anche prima della fine della lattazione, reso evidente dalla appetibilità e anche dalla avidità con le quali il bambino ancora lattante assume succhi di frutta fresca, che possono sostituire in certi casi anche il latte materno (succo d'uva, per esempio.Per masticare occorrono i denti ed i denti cominciano a nascere verso la fine della lattazione, cioè del periodo in cui l'accrescimento del cucciolo umano è affidato alla suzione della secrezione lattea delle ghiandole mammarie della madre. Al termine della lattazione l'istinto ci orienta decisamente verso la frutta. Altro che pappette di omogeneizzati.

Esiste, quindi, iscritta biologicamente una "continuità nutrizionale tra il latte materno e la frutta", per cui possiamo a giusto titolo considerare questi due alimenti i prototipi alimentari ancestrali dell'uomo.
L'uomo ha un fabbisogno singolarmente modesto di proteine, come è facilmente dimostrabile esaminando il latte materno. All'uomo non si addicono cibi ad alto contenuto proteico, che risulterebbero dannosi alla sua salute.

E' noto che entro il 6° mese di vita extrauterina l'uomo giunge a raddoppiare il proprio peso e a triplicarlo entro il 12°, alimentandosi unicamente con il latte materno. Sino a 5 giorni dopo la nascita del figlio, il latte umano contiene il 2% di proteine e questa percentuale, a partire dal 6° giorno, comincia a calare progressivamente e lentamente sino a raggiungere, dopo 3-4 settimane, 1'1,3% e, dopo 7-8 settimane, 1' 1,2%, percentuale che verrà poi mantenuta più o meno costante sino alla fine dell'allattamento.Poiché la velocità di accrescimento è massima nei primissimi giorni di vita e poi via via decresce, è logico anche che la percentuale delle proteine contenute nel latte, e che costituiscono il necessario materiale di costruzione, debba seguire lo stesso andamento.
L'accrescimento ponderale dell'individuo continua, come si sa, anche dopo la comparsa dei denti, per terminare tra i 21 e 24 anni, ma con una velocità estremamente ridotta rispetto a quella del lattante.
E' pertanto del tutto ovvio che l'alimento che subentrerà al latte materno dovrà avere una percentuale di proteine corrispondente ai reali bisogni di proteine dell'individuo non più lattante, in linea con la decrescenza, prima comprovata, di tali bisogni proteici.

Riassumendo, "il fabbisogno proteico dell'uomo è massimo nel lattante, medio nell'adolescente, minimo nell'adulto":Tanto è vero che non possiamo nutrire un neonato umano, il cui latte contiene 1' 1,2% di proteine, con il latte per es. di mucca, che contiene il 3,5% di proteine senza determinati accorgimenti come la elementare diluizione, nel tentativo di evitare enteriti e altri malanni, anche gravi.

Il corpo umano, quindi, osserva proprio questa regola, cioè la cosiddetta "legge del minimo", che a nostro parere potrebbe chiamarsi "legge dell'optimum" in quanto, se l'individuo ingerisce cibi contenenti dei nutrienti in quantità eccedenti il proprio fabbisogno, tale eccesso diviene per l'organismo una vera e propria scoria tossica ed il corpo cerca in tutte le maniere di sbarazzarsene, cosa che avviene in speciale modo per le proteine, come in precedenza s'è già detto.

La frutta, che ha, appunto, in media, un contenuto proteico adeguato ai bisogni nutrizionali normali della fase successiva allo svezzamento, cioè, mediamente inferiore a quella riscontrata nel latte materno che nel periodo terminale dell'allattamento si aggira attorno all'l,2%
Dal punto di vista proteico un chilo di patate costituisce un cibo relativamente assai più nutriente di un etto di carne o di formaggio perché l'organismo umano riesce ad utilizzare dalle patate una quantità di proteine sette volte maggiore di quelle che utilizzerebbe mangiando carne o formaggio, dato che le proteine di un etto di carne o di formaggio sono concentrate, mentre la stessa quantità di proteine è nelle patate diffusa in una massa di dieci etti.La stessa cosa vale per le mele, che sono molto nutrienti in quanto le loro relativamente scarse proteine (0,35%) sono utilizzate al 100%.

Tutti i vegetali, anche i più negletti e poco noti, contengono proteine, nessuno escluso: questo è un punto fermo, che occorre tenere sempre presente.Elenchiamo ora i più comuni frutti carnosi con i relativi contenuti proteici, in percentuale:
albicocca................................................. 0,8
anguria.................................................... 0,9
arancia.............................................. 0,9-1,3
avocado.................................................. 2,6
banana.................................................... 1,4
cetriolo................................ .................. 0,9
ciliegia ................................................... 1,2
dattero ................................................... 2,2
fico ........................................................ 1,5
fico d'India.............................................. 0,8
fragola..................................................0,9
kaki ...........................................................1
lampone .................................................1,4
limone .....................................................0,9
mandarino.................................................. 1
mela ..................................................... 0,35
melone ................................................... 1,3
mora......................................................... 1
nespola................................................. 0,45
peperone ................................................1,2
pera ........................................................0,6
pesca ...................................................... 0,7
pomodoro................................................ 1
prugna.................................................... 0,8
uva ..................................................... 1-1,4
zucchina................................................. 1,5
media: 28,75/26 =1,1%
Ed ecco le percentuali di proteine presenti negli ortaggi più comuni, limitatamente a quelli che si possono utilizzare crudi:
asparago.................................................. 1,8
barbabietola............................................. 1,2
barbabietola rossa..................................... 1,6
carciofo.................................................... 2,4
cavolfiore................................................. 2,6
carota...................................................... 1,2
cicoria...................................................... 1,6
cipolla...................................................... 1,4
cavolo verza............................................. 3,3
cavolo rosso.............................................. 1,9
finocchio................................................... 1,9
lattuga e simili.......................................... 1,3
pastinaca.................................................. 1,7
porro........................................................... 2
ravanello .................................................... 1
sedano (foglie/gambi)................................. 1,3
sedano-rapa.............................................. 1,5
spinacio.................................................... 2,2
media: 31,9/18 = 1,78%
Dando in giusta misura la prevalenza alla frutta, in media la carica proteica dei cibi che dovrebbero essere utilizzati dall'uomo si attesta su 1,3% circa. Tale percentuale è largamente sufficiente, anzi superiore (sempre in media, che è quel che conta) al fabbisogno dell'uomo, specie dopo il completamento dello sviluppo, cioè dopo il 24° anno di età.

Fonte: Prof. Armando D'Elia

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